Tian Wei e Qiu Jie: arte oltre i confini cinesi

Tian Wei e Qiu Jie sono due artisti contemporanei cinesi che hanno in comune due caratteristiche:

1) sono quasi coetanei,
2) hanno entrambi vissuto all’estero per molti anni.

Questi due elementi, per quanto abbastanza insignificanti, invece costituiscono, insieme al loro talento, il motivo fondamentale della loro ispirazione artistica.
Entrambi, infatti, hanno potuto, grazie alla loro esperienza all’estero, guardare alla loro Cina, con occhi distaccati, talvolta feroci e critici.

Ma sempre utilizzando il linguaggio visivo che e’ tipico della cultura cinese, riuscendo perciò a caratterizzarsi e a comunicare sia con i loro simili, che con coloro che cinesi non sono.
Ho scoperto questi due artisti passeggiando un sabato a Piazza del Popolo a Shanghai, dove e’ situato uno dei più importati musi di Arte Moderna: il Moca.
Circondato dal verde e laghetti, e da anziani che se la spassano giocando a carte o scacchi cinesi, e’ un posto molto bello ed adatto a trascorrere del tempo in pace con se stessi e col mondo.
Ma torniamo a nostri due artisti.
Tian Wei, dopo aver studiato calligrafia cinese ed essersi trasferito in America in giovane eta’, ha maturato un stille del tutto particolare che mischia i segni tipici dei caratteri cinesi, con l’alfabeto occidentale. Ne e’ scaturito uno stile del tutto unico ed accattivante di scrittura, che poi lui ha provveduto a render ancora più interessante grazie all’utilizzo di materia prime come carta, vetro, legno, pelli oppure led luminosi.

Decisamente più complicato ed accattivante appare lo stile di Qiu Jie.
La sua mistura esplosiva di caratteri cinesi ed alfabeto occidentale, di simboli della Rivoluzione Culturale con quelli del consumismo occidentale, di bellezze mozzafiato cinesi con simboli tradizionali della cultura asiatica e della vita di tutti i giorni, crea delle opere così ricche di dettagli e di messaggi, che lettura e comprensione richiedono tempo ed occhio.

I suoi quadri, interamente creati con matite, creano negli occhi dei visitatoti, una mescolanze di emozioni che sfiora il disordine ed approda all’ambiguità’.

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